Il teatro Verdi di Fiorenzuola: un piccolo gioiello d’arte, uno scrigno per sognare attraverso la magia del palcoscenico, uno storico punto di ritrovo per la gente della cittadina, da ben 150 anni. Eppure, se si eccettua qualche cenno in libri di storia locale, nessuno aveva mai affrontato una storia organica del teatro Verdi: dall’idea di realizzarlo ad oggi, passando per le stagioni che ospitò nei decenni, fino alla momentanea “morte” negli anni ’60.
A rimediare alla lacuna, ecco, fresco di stampa il libro “Il teatro Giuseppe Verdi di Fiorenzuola d’Arda”, che esce proprio alla scadenza dei 150 anni dall’inaugurazione del teatro comunale, avvenuta la sera dell’8 ottobre del 1853. Il prestigioso volume illustrato, edito dalla Pro Loco e frutto del certosino lavoro del suo presidente Giancarlo Cremonesi, che ha raccolto tutti i documenti sul teatro presenti nell’archivio storico del Comune.
Non saranno pochi i diverbi che porranno come più urgenti altre destinazioni. L’autore li estrae dalla memoria storica, inserendo nel racconto numerosi aneddoti sulla bonaria litigiosità dei fiorenzuolani. Tra gli episodi curiosi, anche quello del litigio innescato dal palchettista – certo Filippo Confalonieri – che voleva decorare “a modo suo” il palco appena acquistato. Per fortuna gli fu impedito e si seguì il progetto organico del Bertolotti, pittore parmense a cui fu affidata la decorazione di palchi, quinte, scene, soffitto e sipario.
Se si pensa alla stagione più fortunata di questo teatro piccolo sì, ma pregiato al pari dei municipali di Parma e Piacenza, si scopre che il maggior successo di pubblico lo visse negli anni Quaranta, nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, quando la provincia era più sicura dei centri maggiori. Accanto ai tradizionali veglioni, nel capodanno del ’41 viene ad esempio messa in scena la Traviata: fatto curioso, la soprano Lina Pagliughi durante la scena del brindisi rimane impigliata col vestito alla tavola imbandita. Il libro si legge tutto d’un fiato, tra l’emozione di rivivere quegli anni passati, e l’attesa di vedere rifiorire, tutto intero, il teatro, che il prossimo anno aprirà anche la sua storica sala, e accanto ad affreschi e palchi decorati, sarà la magia del palco ad iniziare una nuova storia.
Giuseppe Verdi
Fiorenzuola non ha certo dato i natali a Giuseppe Verdi, ma lo ha sicuramente sempre accompagnato alle sue varie destinazioni grazie alla stazione ferroviaria cittadina. Un legame geografico, biografico e affettivo unisce quindi la nostra Città al grande Maestro, che oggi torna a vivere nel nostro Teatro.
Cenni Storici
1830: La duchessa Maria Luigia rinuncia a favore del Comune alla parte a lei spettante dell’imposta sul dazio; L’Anzianato decide di utilizzare la somma per la costruzione di una sala di pubblico intrattenimento; La decisione porta ad una serie di disaccordi e all’opposizione di alcuni cittadini;
1837: La duchessa Maria Luigia partecipa all’inaugurazione del ponte sull’arda;
1837:La duchessa Maria Luigia partecipa all’inaugurazione del ponte sull’arda;
1841: L’Amministrazione Comunale delibera di erigere un vero e proprio teatro, a testimoniare la gratitudine per la sovrana e memori del grande incontro del 1837; Viene affidata la progettazione all’Arch. Perreau di Piacenza, insegnante di geometria, architettura e ornato all’Istituto d’Arte “Gazzola”.
Viene scelta come ubicazione l’area occupata da alcuni fabbricati in corso Garibaldi ove si trovava il municipio;Perreau presenta il primo progetto per una capienza di circa trecento persone;
1842: I cittadini contrari inviano una petizione alla duchessa per impedire l’attuazione del progetto o quanto meno di rinviarla; fra le motivazioni i costi elevati e la necessità di altre opere come un locale per il commercio delle granaglie o un asilo.
Nonostante le decisioni dell’amministrazione, gli oppositori riescono a ritardare l’esecuzione del progetto e ad ottenere che fra gli spazi del teatro vengano ricavate aule per la scuola di musica e sale per il commercio delle granaglie. Queste richieste portano alla scelta di una nuova area per la realizzazione: l’area è individuata in alcuni fabbricati della curia, l’area dove si trova ora il teatro.
Il podestà pubblica un avviso per la vendita dei palchi: ne vengono prenotati 24 per £ 300 (1° ordine) e £ 400 (2° ordine)
1845: Perreau elabora così un secondo progetto che prevede la platea ed il palcoscenico in posizione invertita rispetto quella attuale: il costo è di £ 41.000,00 ma, rivisto, arriverà a £ 54.500,00;
1847: Si arriva alla terza versione del progetto, quella definitiva, a “ferro di cavallo” con la disposizione attuale di platea e palcoscenico.
La duchessa Maria Luigia approva la spesa di £ 54.500,00, ma morirà il 17 dicembre 1847
1851: L’Amministrazione delibera una modifica del progetto, trasformando l’originario loggione in un terzo ordine di palchi; 1852:</strong>I lavori vengono conclusi
1852: I lavori vengono conclusi
1853: Ai proprietari dei palchi nei vari ordini, viene assegnato il palco per estrazione, in marzo le decorazioni vengono affidate al pittore Vincenzo Bortolotti di Parma, in giugno viene stilato il regolamento del teatro e si insedia la commissione amministrativa: il regolamento prevede manifestazioni per il carnevale e per la festa patronale, a luglio viene indetta la gara d’appalto per le opere di apertura: viene scelta la proposta dell’impresario Squassoni di parma, dopo un’iniziale scelta per l’impresario Bissi. In data 8 ottobre 1853 il Teatro Comunale di Fiorenzuola viene inaugurato con l’opera “Attila” di Giuseppe Verdi. Il 15 novembre, nella locandina del “Nabucco”, appare per la prima volta il nuovo nome “Teatro Carlo III” in onore del nuovo duca cui Carlo II di Borbone aveva ceduto il titolo
1856: Si tiene il primo veglione mascherato;
1858: Si provvede ad un importante adeguamento degli impianti, con l’introduzione dei caloriferi;
1859: Il teatro assume il nome di teatro municipale dopo la morte di Carlo III assassinato a Parma. 1901: Il teatro viene intitolato a Giuseppe Verdi;
1906: Si evidenziano alcune nuove esigenze, fra cui la necessità di un numero maggiore di posti liberi: viene presentata una proposta dall’arch. Nicelli, che non verrà realizzata, in quanto prevedeva la realizzazione dei prosceni e di una balconata con soppressione di quattro palchi del terzo ordine;
1910: La Regia Commissione di vigilanza sui pubblici teatri dichiara inagibile il teatro per ragioni di sicurezza e igiene, nel frattempo giunge una proposta di Carlo Zucchi che prevede la realizzazione del loggione sopra il terzo ordine di palchi, Nicelli viene proposta la modifica del proprio progetto con supporto nella revisione dello stesso Zucchi, ma Nicelli rifiuta. La Commissione adotta così il progetto di Zucchi che viene completato e sottoscritto dal tecnico comunale ing. Frignani;
1911: Iniziano i lavori che dureranno per cinque anni e portano il teatro alla struttura attuale;
1965: Il teatro viene dichiarato inagibile per motivi di sicurezza;
2006: Il teatro viene riconsegnato alla città